Lorenzo Serafini parlava di libertà prima della sua mostra Filosofia di oggi. “Si tratta del potere del movimento, del voler mostrare più pelle. È una rinascita: ritorno alla vita. E volevo festeggiarlo". Tali riflessioni sono state un ritornello comune in questa stagione, e c'è stato anche un certo consenso su come sarà la rinascita. A Milano, gli stilisti hanno preso una dura svolta verso la sensualità, Serafini compreso.
Le tute e l'abbigliamento intimo che ha presentato per la primavera rappresentano un cambiamento significativo rispetto alla sua caduta, che era preppy con le sue uniformi scolastiche e i maglioni da letterman. Anche quella collezione era un allontanamento da quella precedente, che aveva un'atmosfera più bohémien e terrosa. Abbiamo tutti fatto un po' di introspezione nell'ultimo anno e mezzo della pandemia. Questa volta Serafini ha spiegato che la sua ricerca dell'anima lo ha riportato ai suoi primi giorni nella moda. Ha indicato una mood board appuntata con le foto di Vogue Italia di una giovane Sofia Coppola e le campagne pubblicitarie di Philosophy della metà degli anni '90 di Mark Borthwick e Steven Meisel.
Sulla passerella, un lungo abito sottoveste rosso laccato ha evocato quegli anni della metà degli anni '90. Altrimenti, la collezione è passata da quelle tute in lycra attraverso micro fiori, maglie a intarsio aderente e una sezione di paillettes liquide, con capispalla in pelle vegana con frange come tocco finale. C'era anche una gonna di jeans decostruita dagli anni '70 agli anni '90. Lo spettacolo non ha necessariamente tenuto insieme, ma la sua provocazione audace e a nudo era di tendenza. Per chi è alla ricerca della dolcezza caratteristica di Serafini, è arrivata alla fine sotto forma di un abito bianco in pizzo arruffato indossato con sandali piatti con cinturino.