Diventata star all'età in cui per gli altri c'è il viale del tramonto, aveva raggiunto traguardi per pochi privilegiati.
Iris Apfel è morta a 102 anni il 1 marzo 2024 e ci lascia in eredità un'enorme quantità di insegnamenti su come stare al mondo, compresa la scaramanzia con cui ha iniziato a festeggiare i suoi 100 anni dieci giorni prima di compierli e con un post su Instagram, una tecnologia che nel 1921, quando è nata, non sarebbe stata nemmeno immaginabile. Un traguardo raggiunto con la certezza di aver realizzato il suo sogno più importante: “essere durata così a lungo”, e che ha reso la sua scomparsa un fatto che non riesce a sminuirne l'immortalità di chi, in un'intervista rilasciata al Guardian nell’estate del 2018, si era definita “la teenager più vecchia del mondo”. Forse è stato questo il segreto di una star che considerare semplicemente "un’imprenditrice e interior design" è a dir poco riduttivo. Forse, la sua essenza era tutta concentrata in ciò che ha detto in quell’intervista: “Cerco di essere felice in ogni cosa che faccio. Non mi soffermo a pensare al passato e non so se ci sarà un futuro, così cerco di sfruttare al massimo ciò che la vita mi mette a disposizione al momento”. Iris Apfel, anche molto dopo aver compiuto 90 anni (dopo i 100 aveva iniziato a festeggiare ogni sei mesi in più di vita), ha continuato a essere un riferimento di stile, un talento della moda e del design con una capacità imbattibile di combinare cheap e chic, senza mai seguire la moda. La sua creatività ha spaziato dal design tessile all’interior designer alla produzione delle sue linee di gioielli e abbigliamento e il suo profilo Instagram è stato un evento continuo. Ma chi era Iris Apfel, dietro la stravagante immagine professionale e i suoi iconici occhiali tondi fuori misura?
Iris Apfel è nata nel Queens di New York il 29 agosto 1921 col cognome Barrel, da papà vetraio e mamma immigrata russa che gestiva una boutique. Da piccola ha dimostrato subito uno spiccato senso dell’estetica, per cui si è orientata verso la storia dell’arte che ha studiato sia alla New York University che alla University of Wisconsin. Della sua gioventù racconterà che grazie al costo bassissimo della metropolitana, a quel tempo, investiva tutti i giorni un nichelino per visitare i quartieri della sua città, Chinatown, Harlem, Greenwich Village, affascinata dalle drastiche differenze urbane e di street style a distanza di poche fermate l’uno dall’altro. Il quartiere che elegge come suo favorito, al tempo è il Village. Sarà lì che, a 11 anni, inizia a collezionare pezzi unici, cominciando con una spilla comprata a 65 centesimi in un negozio di bric-à-brac sotto il livello stradale, gestito da un signore dall’eleganza sgualcita di cui dopo oltre 80 anni ricordava ancora il nome, Mr. Darris.
Finiti gli studi, Iris iniziò praticamente subito a scrivere per un dei giornali femminili storici americani, Women’s Wear Daily. Di lì a poco, nel 1947, mentre sta soggiornando sul lago George, incontra l’uomo della sua vita, Carl Apfel. Accomunati inizialmente dallo stesso sense of humor, non sapranno mai definire bene quale alchimia li abbia tenuti insieme. Ma dopo decenni di matrimonio giuravano che quel qualcosa è ancora lì, con lui che la chiamava ancora “la mia gattina” e lei che ricordava come lui l’avesse corteggiata cucinando cinese e coprendola di attenzioni. Capirono subito di essere fatti l’uno per l’altra, tanto da non persero tempo: primo appuntamento al Columbus Day, a ottobre. Entrambi anticonformisti, decidono di fuggire insieme e per mettere in atto il progetto provano ingenuamente a chiedere ai genitori di dargli i soldi che spenderebbero per le nozze. Niente da fare: il 22 febbraio del 1948 sono già sposati con una cerimonia di 125 invitati e non si lasceranno mai. Su una cosa, però, Iris riesce a spuntarla: sceglie un vestito rosa pallido invece che un abito da sposa tradizionale, per poterlo indossare ancora invece di dimenticarlo in una scatola in soffitta.
Due anni dopo, Carl e Iris Apfel fondarono Old World Weavers, un’impresa tessile specializzata nella ristrutturazione di arredi per abitazioni. Dopo l’università, Iris aveva partecipato a uno stage con la designer di interni Elinor Johnson dimostrando un grande talento nell'acquistare materiali e tessuti per rinfrescare abitazioni d’epoca. Grazie a questa capacità straordinaria era stata ingaggiata dal presidente Truman per un makeover della Casa Bianca al suo insediamento, per poi essere richiamata ancora, negli anni, da Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan, e i Clinton. Insieme al marito viaggiava in Turchia, Marocco e Libano due volte all'anno, cercando stoffe e collezionando di tutto e a qualsiasi prezzo. Con tutti questi pezzi, Iris creava progetti unici per i suoi clienti, e i suoi clienti la adoravano.
Dal grande amore con Carl non nascono figli, per scelta. Lo decidono insieme perché viaggiano e lavorano troppo e non troverebbero giusto affidarli alle tate. In effetti, Iris di tempo libero non ne avrà mai. Arriva a 83 anni quando decide di andare in pensione. Ma non le riesce perché Harold Koda, il curatore del Met's Costume Institute, la contatta per una mostra sul suo sense of fashion. La chiamerà Rara Avis: The Irreverent Iris Apfel ed è la prima volta che il museo mette in mostra lo stile di un personaggio vivente che si è occupato di design. Con questa iniziativa Iris Apfel, fino a quel momento personaggio noto più che altro agli addetti ai lavori, diventò mainstream e raccolse un numero incredibile di ammiratori, soprattutto fra i giovani, che vedono realizzato in lei il sogno di invecchiare senza diventare davvero vecchi. Suo marito Carl se n’è andato nel 2015, tre giorni prima di compiere 101 anni. Per tutta la vita aveva portato un anello egizio comprato insieme a lei a Dublino negli anni 50. A dire il vero, non lo levava perché non ci riusciva più, e quando due giorni prima della morte di Carl le si è sfilato dal dito ed è caduto a terra, Iris aveva capito che il loro amore e il loro sodalizio stavano per finire. Dopo la morte del marito non si è lasciata sopraffare dal dispiacere. Ha cercato conforto nell’altro suo grande amore, la moda. Probabilmente è in quel momento che ha vissuto il picco di popolarità, quando il documentario Iris sulla sua vita diretto da Albert Maysles venne distribuito al cinema, e quando a 94 anni ha girato il fantastico spot per il lancio dell’auto DS3. Nel 2016 le sono stati assegnati sia il Women Together Special Award of the Year e il Women's Entrepreneurship Day Pioneer Award. Nel 2018 Mattel le ha dedicato una Barbie da collezione, permettendole così di spuntare il record di persona più agé di sempre rappresentata dalla famosa bambola. Ha raggiunto anche il traguardo magico dei 100 anni e lo ha superato abbondantemente di due anni e sei mesi. Ora, ne avrà di cose da raccontare, al suo Carl, ovunque siano di nuovo insieme.