Travel Therapy: tutto sulla nuova frontiera dei viaggi alla ricerca del benessere interiore
L'idea che viaggiare, oltre a essere una forma di arricchimento culturale, possa rappresentare un modo per rigenerarsi, riconnettersi con se stessi e ritrovare l'equilibrio interiore lontano dalla vita frenetica di tutti i giorni non costituisce certo una novità. E oggi sembra essere più diffusa che mai. Nel Global Wellness Day 2023, che si è svolto il 10 giugno, il tour operator internazionale Opodo ha condiviso un'indagine su un campione di 10mila cittadini europei dalla quale è risultato che il viaggio rappresenta una fonte di benessere per il 98% degli italiani e dei portoghesi; a breve distanza nella classifica seguono gli spagnoli (97%), i francesi (96%), gli svedesi (95%) e i tedeschi (93%).
Viaggiare fa bene: lo dice la scienza
L'effetto benefico del viaggio sembrerebbe essere immediato.
Secondo un’indagine condotta da Expedia e Research Now e pubblicata dall’Ansa, il 31 % degli italiani afferma di sentirsi soddisfatto subito dopo aver prenotato una vacanza e il 48% dice di percepire sensazioni positive al termine dell'acquisto. Questa sensazione di benessere riemerge al momento della partenza.
Cos'è la travel therapy
Questa progressiva presa di coscienza dei benefici del viaggio sulla psiche ha dato origine a una nuova mini-sezione della psicologia che viene definita “travel therapy”. Come l'espressione suggerisce, si tratta di una sorta di terapia finalizzata ad aiutare le persone a sopravvivere ai momenti di disagio, una via di guarigione per coloro che, in un dato momento della loro esistenza, si sono sentiti smarriti, confusi, bisognosi di trovare risposte ai loro dubbi.
Viaggiare diviene così una sorta di terapia psicologica volta a ritrovare sé stessi, per guarire le ferite dell’anima e per superare i propri limiti, in modo che, al ritorno, ci si senta pronti per affrontare un nuovo capitolo della propria esistenza. In questi percorsi tesi al conseguimento del benessere psicologico, l’individuo svolge un'attività introspettiva che lo porta a esplorare le proprie emozioni e sensazioni, fino a raggiungere l'obiettivo, che è quello di rigenerarsi e migliorare la propria qualità di vita.
Chi è il travel therapist
A guidarlo c'è il “travel therapist”, una figura professionale che fa riferimento non tanto a una singola persona, quanto a un lavoro sinergico tra lo psicologo professionista e chi è deputato alla cura degli aspetti più tecnici del viaggio. Lo psicologo ascolta, analizza e filtra le necessità del paziente, per poi metterle in relazione con la sua personalità e individuare la tipologia di viaggio più adeguata. Il “tecnico del viaggio”, invece, è colui che, grazie alla propria esperienza a livello organizzativo, aiuta il cliente nell'organizzazione dell'itinerario, tenendo conto, ovviamente, delle indicazioni dello psicologo.
La scelta della destinazione
È chiaro che la scelta della meta rappresenta il momento più delicato del procedimento, poiché sbagliare destinazione può significare tornare ancora più stressati e confusi di prima. A tale proposito, non è affatto scontato che si debba optare per una destinazioni esotica. Ad esempio, se un posto in cui si è soliti recarsi evoca delle belle sensazioni, quella può diventare la meta ideale da raggiungere per superare l'attuale momento di difficoltà.
Qualche consiglio
Di solito, il travel therapist consiglia di portare con sé un block notes e delle matite colorate per annotare e rappresentare tutte le emozioni, sensazioni e i pensieri che accompagnano l’esperienza del viaggio. È importante, poi, scegliere i luoghi da visitare non in base al loro interesse riconosciuto, ma seguendo la propria curiosità o le proprie passioni. Inoltre, è opportuno porsi degli obiettivi, quali possono essere, ad esempio, raggiungere una meta fisica (lontana o di difficile accessibilità) o imparare a praticare un determinato sport. Un ulteriore consiglio è quello di acquistare almeno un souvenir della vacanza, qualcosa che in seguito possa ricordare il momento difficile che si è attraversato e si è riusciti a superare. Un oggetto che rievochi tutte le sensazioni ed emozioni provate e che ci riporti a quei momenti ogni volta in cui ne sentiremo il bisogno, svolgendo una funzione quasi talismanica.
Non esiste il viaggio perfetto
L’importante è ricordare che non esistono delle regole fisse, poiché il viaggio è un’esperienza soggettiva. Invano si cercherà un tipo di vacanza in grado di donare, in assoluto, più benessere di un'altra. Anche il lusso e il comfort sono fattori altamente soggettivi, non giudicabili secondo un criterio universale. In quest'ottica, persino la cosiddetta “staycation”, ovvero la vacanza nella propria città quando si è impossibilitati a viaggiare, può fungere da boost cerebrale, fornendoci quegli stimoli e quella dose di adrenalina di cui abbiamo bisogno per essere felici.